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dal capitolo 6 : La festa a luci rosse e una notte da dimenticare...

 

Mentre Eric la stava prendendo bonariamente in giro, entrò Inge. Naturalmente in ritardo, allo scopo di non confondersi con “ gli altri” e avere la possibilità di fare un ingresso teatrale, perchè tutti potessero notarla. Soprattutto Hans Linsen. In effetti gli sguardi dei presenti si puntarono subito su di lei. E sui suoi vestiti: una gonna stretta nei punti giusti, anzi, diciamo pure “cucita addosso” nei punti di maggior rilievo; una camicetta da cui spuntava malizioso un seno che “ sembrava ” prorompente e prosperoso, calze a rete nere, in contrasto con il rosso fuoco degli altri capi e scarpe con un vertiginoso tacco a spillo. Le vertigini vennero anche agli uomini presenti che le si avvicinarono, entusiasti, offrendole da bere. Muriel si sentì di colpo così ridicola, con quell’assurdo nastro sulla testa e la gonnellina da educanda!

“ Non è mica una festa a luci rosse! Quella donna ha proprio la volgarità scritta in faccia! ” commentò rivolgendosi ad Eric ed esibendo un broncio lungo come i suoi capelli.

“ Bè, a quanto pare..... la maggior parte dei maschietti che si trovano qui stasera non la pensa come te! A parte il sottoscritto! ”le rispose divertito.

L’orchestrina cominciò a suonare musiche degli anni sessanta, settanta, ottanta.Tutti erano spensierati; tutti si erano dimenticati, per poche ore, il motivo per cui erano entrati, un giorno, in quell’istituto, trascinandosi dietro le loro povere valigie piene di depressioni, nevrosi e psicosi, dolori e rancori, sogni infranti.

Joop invitò Iris a ballare, dopo fu la volta di Cecilia su cui aveva posato gli occhi un nuovo assistente psicologo, Peter, un bel ragazzo con i capelli ricci, che si era trasferito in Olanda con i genitori dopo aver vissuto a lungo in Canada.

 

Eric si avvicinò a Muriel e le propose di danzare con lui invece di rodersi il fegato perchè Inge aveva messo le radici accanto al suo psicoterapeuta.

“ Non mi dirai che ti sei innamorata di lui, eh? ”, le chiese, improvvisamente colto dal dubbio.

“ Ma figurati! Ti paio una da telenovela? Una che cade in balia del

solito- scontato- banale- amore per il suo psicanalista? Oppure mi vedresti meglio nei panni dell’infermiera che si prende una cotta per il nuovo dottorino, ma il primario è meglio, perchè è più ricco? O di una ferrista che stravede per il chirurgo che le osserva il seno invece di incidere, anche perchè lei, rincretinita dalla sua passione sfrenata, si è scordata di passargli il bisturi.....? ” rispose seccata.

“ Mi sembra piuttosto che tu abbia visto troppe serie televisive! Ma adesso balla con me che ti faccio scordare il tuo bel principe azzurro!”

Dopo di che la condusse in mezzo alla pista e la strinse a sè. Muriel si accorse che le aveva posato una mano sul sedere:

“ che cosa fai? Ricordati che sei... al 100% omosessuale!”, esclamò stupita e un po’indignata.

“ E se lo fossi solo per il 60%? ”

“ Allora tieni a posto il tuo restante 40%! ” gli rispose indispettita, spostando la mano dell’uomo dal suo fondoschiena e lanciando un’occhiata in direzione di Hans per vedere se per caso la stesse guardando. Ma lui non la degnava neppure di uno sguardo! Più tardi gli passò davanti due volte ma tutto quello che lui fece fu di rivolgerle un distratto saluto, tornando a concentrarsi sui suoi colleghi, sul mangiare e su Inge. Ad un certo punto si accorse che erano spariti tutti e due. Era furibonda. Aveva pensato che lui fosse diverso da tutti gli altri uomini e invece si era sbagliata. Le accadeva spesso. All’inizio le sembravano tutti dei potenziali principi azzurri, come aveva detto Eric, ma poi, ben presto si accorgeva che di azzurro non avevano proprio nulla! Linsen di azzurro aveva solo gli occhi; e sapeva parlare in modo incantevole.... ma per il resto come poteva stimare uno che si interessava ad una donna che puntava tutto sul suo sedere e sulle tette magari rifatte? Pur sapendo, tra l’altro, che i rapporti fra compagni di lavoro erano proibiti? Oppure si sbagliava perchè lo erano solo nei confronti dei pazienti? Ma in fondo, a lei che cosa interessava? Fra una settimana forse non lo avrebbe rivisto più. E, poi, non era neppure bello come le era parso all’inizio. Di sicuro fra qualche anno gli sarebbe cresciuta la “pancia da birra”, come la definiva sua madre che sosteneva che gli olandesi erano ben fatti ed attraenti sino ai 30 anni: dopo “mettevano su pancia” e allora non le piacevano più. Però... aveva sposato un olandese! La festa proseguì sino a mezzanotte.

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